da Supporto | Giu 19, 2016 | Articoli sui Climatizzatori, Ultime Notizie Riscaldamento Elettrico
Un involucro metallico nel quale sono presenti una o due batterie per lo scambio termico tra acqua e aria, un ventilatore, un filtro dell’aria, una vaschetta per la raccolta della condensa, i collegamenti con le reti dell’acqua calda e/o refrigerata: ecco i componenti di un ventilconvettore (o “fancoil”), utilizzabile tanto per il riscaldamento invernale che per il raffrescamento estivo.
Dal punto di vista della struttura i ventilconvettori si possono dividere in due tipologie principali: “a 2 tubi” o “a 4 tubi“. I ventilconvettori a 2 tubi funzionano soltanto con un tipo di fluido termovettore, mentre quelli a 4 tubi sono fatti per lavorare contemporaneamente sia con acqua calda che refrigerata.
L’aria prelevata dall’ambiente, attraverso un’apertura posta in basso al terminale, entrata all’interno, viene prima filtrata e poi spinta dal ventilatore verso la batteria di scambio termico. Qui scambia calore con l’acqua. La temperatura dell’acqua in uscita dal generatore termico ed in ingresso ai fancoil, per la climatizzazione estiva, ha generalmente la temperatura di 7 gradi centigradi; l’acqua in ritorno nello stesso generatore termico, dopo lo scambio con l’aria tramite la batteria dei fancoil, è generalmente di circa 12 gradi centigradi.
L’aria, oltre a essere raffreddata, viene pure deumidificata (il liquido di condensa, come detto, viene raccolto in una vaschetta).
Il pannello di controllo permette la regolazione della velocità di ventilazione (minima, media e massima) e della temperatura tramite una valvola che definisce la portata di acqua nella batteria.
Come per tutte le macchine di climatizzazione, sia estiva che invernale, anche per i fancoil, va fatta nel rispetto dei principi di riduzione della spesa energetica degli edifici; in tal senso, il punto di partenza per un impianto di climatizzazione di un edificio è il certificato energetico dello stesso edificio, rilasciato da professionisti abilitati.
I fancoil possono essere installazione a pavimento e a soffitto oppure a parete e possono essere incassati e rivestiti, nonché canalizzati.
Visto che nella fase di condizionamento estivo, il passaggio dell’acqua fredda nelle batterie dei fancoil spenti può produrre una quantità di condensa eccessiva per la vaschetta di raccolta, questione che potrebbe diventare problematica soprattutto per gli impianti a soffitto, che non godono di un percorso di smaltimento della condensa per gravità: è possibile ovviare al problema con l’utilizzo di specifiche valvole (a quattro vie) da installare per ogni fancoil, che evitano la circolazione dell’acqua fredda nella batteria, con conseguente annullamento della formazione di condensa e trabocco della relativa bacinella di raccolta.
da Supporto | Giu 19, 2016 | energie rinnovabili, Ultime Notizie Riscaldamento Elettrico
L’ energia eolica si bassa sulla conversione del vento in una forma utilizzabile di energia, generalmente grazie all’utilizzo di aerogeneratori che producono energia elettrica, tramite mulini a vento che producono energia meccanica o pompe a vento che pompano l’acqua.
Si tratta di un’energia alternativa ai combustibili fossili, abbondante, rinnovabile, ampiamente distribuita, pulita (non produce emissioni di gas serra o altre sostanze nocive e inquinanti durante il funzionamento, e richiede una superficie di terra non eccessivamente elevata).
L’intermittenza del vento crea raramente problemi, eppure esistono particolari accorgimenti che si possono adottare: alcuni metodi, che prevedono sistemi di stoccaggio, turbine geograficamente distribuite, fonti alternative, possono ridurre notevolmente gli inconvenienti.
Esistono inoltre diverse tipologie di impianti: l’eolico off-shore (cioè l’energia proveniente da impianti installati ad alcune miglia dalla costa di mari o laghi) è più stabile, fornisce più energia e possiede un minor impatto visivo, tuttavia i costi di realizzazione e manutenzione sono notevolmente più alti; gli impianti on-shore (cioè posizionati su località in genere distanti almeno 3 km dalla più vicina costa, tipicamente su colline, alture o comunque in zone aperte e ventose) forniscono elettricità a luoghi isolati o a società elettriche che l’acquistano; gli impianti near-shore invece distano meno di 3 Km dalla costa nell’entroterra, oppure sul mare ma a non più di 10 km dalla costa.
Molto interessanti gli impianti di piccola taglia (minieolico e microeolico), adatti a un uso domestico o per integrare il consumo elettrico di piccole attività economiche tipicamente in modalità stand-alone, cioè sotto forma di singoli generatori, connesse poi alla rete elettrica o ad impianti di accumulazione.
Per questi impianti di piccole dimensioni il prezzo di installazione risulta più elevato, attestandosi attorno ai 1500-3000 euro per kW installato, in quanto il mercato di questo tipo di impianti è ancora poco sviluppato; tra le cause le normative che, a differenza degli impianti fotovoltaici, in quasi tutta Europa, non ne sostengono la diffusione.
La valutazione sulla reale funzionalità e convenienza di installazione in un luogo dipende, oltreché dalla disponibilità di vento (come velocità e continuità), anche dall’interferenza con altre strutture, dalla lunghezza del percorso elettrico, dagli eventuali vincoli ecologici (presenza di specie protette) o storico-archeologici.
da Supporto | Giu 18, 2016 | Articoli sui deumidificatori, Ultime Notizie Riscaldamento Elettrico
La sigla VMC sta per ventilazione meccanica controllata, e un sistema basato su questo tipo di funzionamento consente di controllare l’immissione dell’aria esterna senza dover aprire le finestre, mediante un ricambio continuo di aria secondo una modalità a flusso semplice o a doppio flusso.
Negli impianti a flusso semplice il meccanismo può essere duplice: o una portata d’aria costante viene continuamente estratta dai locali di servizio della casa (bagni, cucine etc,..) mentre l’ aria esterna entra attraverso delle bocchette poste su pareti esterne o su serramenti; oppure (portata variabile igroregolabile) l’aria viene ripresa dagli ambienti a seconda dell’umidità della stanza, mentre l’aria esterna entra attraverso apposite bocchette, eventualmente dopo essere stata filtrata.
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da Supporto | Giu 18, 2016 | Articoli sulle pompe di calore, Ultime Notizie Riscaldamento Elettrico
Il COP rappresenta il coefficiente di prestazione e indica la quantità di lavoro prodotto rispetto all’energia utilizzata. In una pompa di calore (link all’articolo pompe di calore per piscine) fornisce dunque il rapporto fra il calore somministrato da una sorgente a temperatura più alta e il lavoro speso per fare ciò.
Coefficienti di prestazioni e rendimenti delle pompe di calore
La regola generale è che il rendimento delle pompe di calore è inversamente proporzionale alla differenza di temperatura tra sorgente fredda e pozzo caldo, dunque, maggiore è questa differenza di temperatura minore è il rendimento del sistema. Per questo motivo, le pompe di calore che sfruttano sorgenti fredde a temperature relativamente costanti, come il terreno e l’acqua, risultano di norma più efficienti rispetto a quelle che utilizzano sorgenti fredde estremamente variabili, come l’aria, e per le stesse ragioni, le pompe di calore hanno prestazioni migliori se abbinate a sistemi di riscaldamento funzionanti a basse temperature, come i pannelli radianti.